Firmato dal duo canadese Neil Haworth e Stéphane Talbot, PalmGolf Ourika si apre in un paesaggio mozzafiato alle pendici delle vette innevate dell’Alto Atlante, a sud di Marrakech. Inaugurato nell’estate 2015 su un’area residenziale di 180 acri, offre un percorso di 6.692 metri dai tee più lunghi, in grado di mettere alla prova anche i golfisti più esperti. I fairway, ampi e generosamente proporzionati, si snodano tra dune sabbiose e suggestivi canyon di pietra, evocando l’atmosfera del deserto, mentre sei specchi d’acqua – tra laghetti naturali e bacini ornamentali – introducono tocchi di verde e riflessi di luce ad ogni buca.

Realizzato dal Palmeraie Development Group e gestito da Troon Golf, Ourika è il perfetto compimento del grande progetto dei 27 buche firmato da Robert Trent Jones Sr. al Palmeraie. Qui i green rigorosamente in Penn A-1 Bent offrono una superficie vellutata e rapida, mentre fairway e tee in Riviera Bermuda garantiscono resistenza e brillantezza cromatica tutto l’anno. Tra i punti forti, la buca par-5 del 14°, con un ampio dogleg che impone scelte di strategia, e la spettacolare par-3 del 8°, dove un salto d’acqua a proteggere il green regala emozioni indimenticabili.

Intitolato alla leggendaria regina berbera Amelkis, questo campo a 27 buche ha scritto pagine importanti della storia del golf marocchino fin dalla sua apertura nel 1995. Solo cinque anni dopo ha ospitato il prestigioso Moroccan Open, vinto da Jamie Spence con un margine di quattro colpi sui grandi nomi del circuito, da Thomas Levet a Ian Poulter.

Il tracciato originale si articolava nei percorsi Blue e Red, a cui nel 2009 si è affiancato il più lungo Green Course; in progetto anche un quarto circuito, disegnato da Cabell Robinson, che attende solo il momento giusto per vedere la luce. Il loop Blue sfida i giocatori con quattro par-4 sopra i 400 yard tra la 4ª e la 7ª buca, mentre il Red rivela la sua anima strategica nel par-5 6, un doppio dogleg che costeggia un bunkering monumentale di 200 yard e guarda a un lago protettivo. Il Green Course, infine, regala l’emozione intensa dell’ultima buca, dove un ampio specchio d’acqua corre sul lato sinistro e suoi bunker giganti attendono chi osa avvicinarsi troppo, invitando a un approccio di pura precisione per sperare in un memorabile birdie.

A pochi chilometri a nord-ovest di Marrakech si estende il secolare palmeto della Palmeraie, un’oasi verde di 72km² le cui origini risalgono all’XI secolo. Proprio qui, nel 1992, Robert Trent Jones Sr. ha firmato le 18 buche originali del Palmeraie Golf Club, inaugurando una nuova epoca per il golf in Marocco, dopo il pionieristico Royal Course del 1927.

Il percorso si suddivide in due anelli – Jbilettes e Atlas – che si rincorrono intorno a grandi stagni e arrotondano un terreno lievemente ondulato. A differenza di molti suoi lavori, Jones ha descritto green dai contorni dolci e non eccessivamente bunkerati, lasciando ampio spazio a chi adotta un gioco ragionato: un approccio strategico e l’abilità nel green reading possono regalare score sorprendenti. Ogni buca offre scorci sul palmeto millenario, aranci e oleandri fioriti, mentre fairway larghi e ben irrigati invitano a un gioco rilassato ma mai banale, rendendo Palmeraie un’esperienza immersiva nella storia, nell’arte del design e nella magia degli spazi aperti di Marrakech.