Nel cuore storico di Aiken, a soli 30 minuti da Augusta National, si trova un gioiello che ha fatto innamorare del golf generazioni di campioni: il Palmetto Golf Club. Fondato nel 1892, questo è il secondo campo da golf 18 buche più antico degli Stati Uniti ancora operativo nella sua sede originale, un monumento vivente della storia golfistica americana che continua a incantare e sfidare i golfisti più esigenti. Quando Ben Hogan definì le buche 3, 4 e 5 “i migliori tre par 4 consecutivi che abbia mai giocato” e inserì la 3ª, la 5ª e la 13ª nella sua lista personale delle 18 buche preferite al mondo, non stava esagerando: stava semplicemente riconoscendo la genialità di un tracciato che ha fatto la storia.
Il campo misura 6.695 yards da championship, par 71, e ciò che manca in lunghezza viene abbondantemente compensato dai green piccoli, sopraelevati e ondulati, e dai bunker che molti definiscono “diabolici” per il loro posizionamento strategico e le loro forme che sfidano ogni logica apparente ma rivelano la loro genialità colpo dopo colpo. I recenti lavori di restauro di Gil Hanse hanno riportato alla luce il vero carattere MacKenzie del campo, espandendo i green utilizzando le ondulazioni esistenti e ridisegnando i bunker basandosi su fotografie aeree del 1938. Il risultato è un campo che premia la creatività e il gioco di precisione più della potenza bruta, dove ogni approccio richiede strategia e dove il gioco corto diventa fondamentale per affrontare green veloci che scivolano verso aree di chipping ondulate. La par 4 della 15ª buca è un esempio perfetto del carattere unico di Palmetto: un risk/reward blind drivable che torna verso la clubhouse, dove i coraggiosi possono tentare il green dal tee ma dove i prudenti devono calcolare ogni metro.
Palmetto apre una settimana all’anno ai non membri durante il Masters: giocare qui significa camminare sulle orme di leggende come Harry Vardon (che visitò il club nel 1900), Ben Hogan, Byron Nelson, Sam Snead e Ben Crenshaw. Il record del campo di 59 colpi, stabilito da Dane Burkhart nel 2005, testimonia che nonostante la lunghezza modesta, questo è un campo che può essere dominato dalla perfezione ma che punisce spietatamente gli errori. Come dicono gli insider: “Palmetto è ‘simply golf'” – golf nella sua forma più pura, dove tradizione, storia e sfida tecnica si fondono in un’esperienza che ogni golfista dovrebbe vivere almeno una volta nella vita.
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